Portici di Bologna, patrimonio mondiale Unesco

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I PORTICI DI BOLOGNA: LA STORIA 

Tra i simboli della città di Bologna per eccellenza ci sono i portici, elemento caratteristico sia del centro storico che fuori le mura.

La lunghezza dei portici a Bologna è di 62 km, di cui 40 all’interno del centro storico, diventando così il più lungo del mondo.

Ma da dove deriva questo particolare elemento architettonico? Dobbiamo tornare indietro fino all’alto medioevo in cui la popolazione della città, volendo aumentare i propri spazi abitativi, iniziò a espandere le proprietà private sul suolo pubblico. Inizialmente la sporgenza era minima, ed era sufficiente inserire una semplice mensola come elemento di supporto. Poi le dimensioni aumentarono notevolmente e i piccoli rinforzi ideati fino ad allora finirono per non essere più sufficienti.

Per questo, per evitare il crollo della struttura aggettante, era necessario inserire delle vere e proprie colonne che finirono per creare i famosi portici. Ma l’aumento delle dimensioni delle abitazioni non si rivelò l’unico beneficio derivato dalla loro costruzione. Permettevano, infatti, di rifugiarsi sotto di essi per proteggersi dalla pioggia o dal sole, rendendo più sicure le strade con ogni condizione climatica. Inoltre, gli artigiani che avevano la propria bottega al piano terra potevano ampliare lo spazio a disposizione, sia da adibire alla lavorazione che all’esposizione della merce.

Con la nascita dell’Università di Bologna Alma Mater Studiorum, nel 1088, si ebbe un aumento della popolazione, composta ora anche da studenti e insegnanti. Da qui, la creazione dei portici, nata inizialmente come pratica abusiva per espandere le proprie abitazioni, diventa un obbligo. Dal 1288, infatti, attraverso la pubblicazione di un bando comunale, ogni nuova casa avrebbe dovuto aver un portico mentre quelle già esistenti ne avrebbero dovuto costruire uno. Venne addirittura stabilita l’altezza e la larghezza in quanto ogni portico doveva garantire il passaggio di un uomo a cavallo.

Ovviamente queste direttive non sono state rispettate in tutte le aree della città: specialmente nella zone più povere vennero costruiti con misure ridotte a causa della mancanza di disponibilità economiche.

Con il trascorrere del tempo, cambiarono anche i materiali utilizzati. Inizialmente si ricorreva all’uso del legno, alcuni dei quali visibili ancora in città come quello di Corte Isolani, poi sostituito dal laterizio o la pietra.

 

PORTICO DEI SERVI E MOLTI ALTRI 

I portici di Bologna non sono tutti uguali: si differenziano per le caratteristiche strutturali, i materiali utilizzati o per la loro incredibile storia.

Come il portico della Basilica di Santa Maria dei Servi, in Strada Maggiore, costruito 10 anni dopo la realizzazione della struttura, a cui furono poi aggiunte, nel corso del tempo, le varie arcate. È il portico, o meglio il quadriportico, più largo di Bologna.

Il portico più alto, invece, è quello di palazzo dell'Arcidiocesi, in via Altabella, che raggiungendo i 10 metri di altezza si aggiudica il primato.

In via Senzanome si può passeggiare sotto un portico di 95 centimetri, il più stretto di Bologna.

Ma tra i portici più famosi c’è quello di San Luca, chiamato così in quanto collega il centro storico con il Santuario della Madonna di San Luca, sui colli bolognesi. È meta di pellegrinaggi in segno di devozione per la Madonna, di cui è presente l’opera “Vergine col Bambino” all’interno del Santuario. Il portico di San Luca conferisce un altro primato alla città: con i suoi 3 796 metri di lunghezza si classifica come portico più lungo del mondo.

 

PORTICI DI BOLOGNA PATRIMONIO UNESCO 

Già nel 2006 Bologna aveva avuto un riconoscimento da parte dell’Unesco, che l’aveva dichiarata Città Creativa della Musica. Quindici anni dopo, il 28 luglio 2021, i portici vengono nominati Patrimonio Mondiale Unesco con l’obiettivo di preservare questo elemento così caratteristico della città e della sua storia.

Tra le motivazioni della scelta, l’Unesco ha spiegato che i portici rappresentano non solo “un elemento identificativo della città di Bologna” ma anche “un punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile” composto da una piena integrazione tra abitazioni e spazi religiosi e civili.

All’interno della lista dei dodici portici presentata dall’Unesco compaiono quelli di piazza Maggiore e del Pavaglione, quello di San Luca, Santa Caterina, il porticato del MamBo (Museo d'Arte Moderna di Bologna), i portici di via Farini, quelli di Piazza Cavour, piazza Santo Stefano e via Zamboni. A questi si aggiungono i portici del Baraccano, quelli di via Galliera, della Certosa e l’edificio porticato del quartiere Barca.

Bologna è una città ricca di unicità: dal portico più lungo alle meraviglie tutelate dall’Unesco, in una ricerca costante di salvaguardare la storia della Città Dotta fatta di cultura e tradizioni.

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